Gli imperdibili di Tortuga #15
Parise: l'odore del sangue; l'ordine educante e l'espressione artistica; 50 anni dopo "What’s going on"; Jupiter's Legacy, la serie della settimana
«Parise: L’odore del sangue, una traccia da seguire» di Marco Ciriello
Nico Naldini – che di Goffredo Parise fu molto amico – diceva che il suo naso era «l’organo più sensibile della sua rete nervosa, specie di segnavento a forma di becco che lo portava sempre nella direzione giusta». A rileggere la nuova edizione de L’odore del sangue (Bur) a cura di Silvio Perrella, viene da pensare che andando nella direzione giusta tutto va peggio e sempre peggio. Questo romanzo che ha una storia da sommerso e poi da salvato – viene raccontato molto bene anche grazie alla disposizione geometrico-tattica disegnata da Perrella: Dopo-Lodoredelsangue-Prima-Fonti – con tutte le connessioni, i contatti e i rimandi ai Sillabari, e anche al film con Fanny Ardant – e i legami con François Truffaut – che ne trasse Mario Martone.
Un romanzo che non doveva esserci, poi sì. Una storia onirico-ossessiva, scritta nel 1979 (estate) dopo un infarto (primavera), un biglietto lasciato prima di non andare via…
«La società della correttezza educante» di Salvatore Setola
Frank Zappa non è mai esistito. Che il 19 settembre 1985 arringasse in un’udienza parlamentare a difesa della libertà d’espressione, è una circostanza mai accaduta negli Stati Uniti.
L’episodio riguardava la controversa proposta del Parents Music Resource Center di apporre un adesivo – il famigerato parental advisory – agli album musicali dai contenuti diseducativi.
L’ente promotore era capeggiato da Tripper Gore, moglie di Al che ben prima di diventare insieme a suo marito paladina del green washing, predicava nuovi orizzonti di salvezza morale nello speech washing, il lavaggio a secco delle espressioni linguistiche al fine di smacchiarne gli espliciti riferimenti sessuali, le incitazioni violente e ogni traccia di terminologia offensiva. Nel suo intervento al senato, Zappa si fece portavoce del punto di vista dei musicisti: rivendicò la totale libertà dell’artista…
«Marvin Gaye: dubbi, rivoluzione e soul» di Mario Colella
È il 21 maggio del 1971 quando Marvin Pentz Gaye Jr. mette piede per la prima volta nella top ten di Billboard, restando in quella classifica per più di un anno. Lo fa con un album che è una rivoluzione per suoni, struttura, temi, sensibilità. Un lavoro che deve molto al soul e al blues quanto al jazz, alla miglior musica dei neri quanto a quella dei bianchi.
Gli anni dell’ottimismo e dei duetti a sfondo sentimental-erotico sono lontani, l’aria che si respira ora in America è assai diversa. Esattamente tre mesi dopo il traguardo del sesto posto in classifica, il 21 agosto del 1971…
«Jupiter’s Legacy, i supereroi Amish» di Amleto De Silva
«Molto più spesso, però, i poteri dei personaggi dei supereroi avevano un’origine soprannaturale o mistica, dovuta all’acquisizione o al contatto con un oggetto magico proveniente da qualche angolo remoto del mondo. In questo modo i fumetti, proprio come oggi, non facevano che riflettere lo Zeitgeist di cultura popolare. (…) Allora l’unica costante sembrerebbe che la creazione di un supereroe sia un modo di esorcizzare l’ansia culturale dell’epoca, dal diverso lontano degli anni quaranta alla radioattività negli anni sessanta, fino alla manipolazione genetica ai giorni nostri». (James Kakalios, La fisica dei supereroi, Einaudi)
Vi devo confessare che non ho letto il fumetto da cui è tratta Jupiter’s Legacy, la serie di questa settimana. Le possibilità erano due: fingere di averla letta (si può fare, si fa, è solo che non lo faccio io), oppure ammettere di non essere in grado, quando si tratta di fumetti, di giudicare lo spillover carta-video con la dovuta freddezza. Il fatto è che per me i fumetti sono una cosa che non andrebbe mai toccata. Sono letteralmente cresciuto con i supereroi…
Alla prossima!