La memoria eversiva, le passeggiate e il deserto africano.
I venti di guerra, in Europa, soffiano già troppo forte e, forse anche per questo, a noi sta a cuore non lasciare indietro niente. Ci piace affezionarci alle storie, ai volti, ai dettagli. Alle traiettorie più incredibili e commoventi. Come quella di Luigi Ferri e di Otto Wolken che Luca Saltini ha ritrovato nello splendido, nuovo libro di Frediano Sessi. Se ci fosse una morale: il pudore può essere addirittura eversivo.
Un uomo e un bambino nell'inferno di Auschwitz - Tortuga Magazine
Poi c’è tutta la bellezza della non appartenenza, il crisma dell’impossibilità ad essere incasellati, nella nuova riedizione di alcuni racconti di Robert Walser. Le strade del mondo devono essere libere. Le radici si possono anche estirpare. Ha riletto per noi Ruggero D’Alessandro: La passeggiata come forma letteraria militante - Tortuga Magazine
Infine:
ancora Gabriele Lavia, fortissimamente Gabriele Lavia. Noi pensiamo da sempre, vecchi innamorati di “Le ceneri di Gramsci”, che il miglior Pasolini è il Pasolini poeta. Marina Cappa è andata a El Jem, alle porte del deserto africano, per ascoltare una lettura che non l’ha lasciata indifferente. Il resoconto è qui:
Gabriele Lavia porta le poesie di Pasolini in Tunisia - Tortuga Magazine
Buona lettura!